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martedì 15 febbraio 2011

Camera con vista























AmoreMente
Max Cipelletti
massimo.cipelletti@email.it



Lo si cita ogni giorno in infinite situazioni, le più svariate ed improbabili: il principe dei sentimenti. Forse sempre più inflazionato quanto bistrattato dalle occasioni che lo chiamano in causa come sublime protagonista e poi lo riducono ad un misero partecipante.
L’amore mantiene in vita il mondo ma non sempre lo muove giacché a farlo sono frequentemente i suoi antagonisti più brutali. Cosa sarebbe una poesia senza di lui?, quante canzoni ruotano attorno ad esso?, e se dovessimo elencare i film che gravitano sull’amore? Primo attore indiscusso ed oggetto di studio da sempre, poiché generatore di comune curiosità ed interesse.
Eppure ogni volta si manifesti riesce a sorprendere, a stravolgere la quotidianità, lasciando traccia indelebile in ciò che diverrà il nostro passato, e facendoci dimenticare del futuro. Galvanizza sul presente come se il resto divenisse accessorio, o, meglio ancora, inesistente. Qualcuno addirittura asserisce che l’amore serve per poter accettare la nostra mortalità, in quanto avendolo vissuto ci consente di essere sereni nei confronti della conclusione della vita terrena. Pensiamo che potenza esso può avere.
Talora crea delle problematiche, anche enormi: di sofferenza, di stravolgimento degli equilibri vitali, ed anche economici; ma nonostante tutto questo e molto di più, la maggior parte delle persone lo ricerca sempre, spera di esserne colto per vivere forti emozioni che solo lui può donare.
Quello che la nostra società compie nei confronti del più nobile dei sentimenti è, però, uno sgarbo, dacché viene sempre più ostentato, esplicitato ed esternato, quando la sua natura sarebbe afferente alla sfera della privatezza. Basti pensare all’abuso che se ne fa nel mondo del gossip, dove viene annunciato e sbattuto in prima pagina, soprattutto quando presunto; lo si svilisce facendolo divenire protagonista di aneddoti dove nessuna è l’attinenza. Troppo frequentemente snaturato anche in televisione, solo usato a fini di audience; travisando la sua essenza e diffondendo un’interpretazione viziata che non fa onore alla potenza di questo sentimento.
Molteplici sono le sue forme espressive ed i contesti ove si manifesta, ogni volta con effetto unicità e nuovo fascino: al di là che sia una realtà collettiva o individuale. E ognuno di noi può apportare qualcosa di inedito ed originale che va ad impreziosire il suo valore, esaltandolo sempre di più, come fosse una spirale che si autoalimenta.
Tutti trattano l’amore: i poveri, la chiesa, gli orientali, i ricchi, la politica, gli intellettuali, gli occidentali. Tutti lo attraversano, lo vivono, ci aspirano; almeno qualche volta nella propria vita. L’esperanto dei sentimenti, ma assai più diffuso. Tutti se ne illudono ma sempre meno lo rispettano.

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