AI TEMPI NOSTRI
tra Stagioni ed Eclissi
di Ornella Trentin
L’assillo per la sopravvivenza che un numero crescente di persone avverte in questo periodo, alimentato dai sussulti delle economie nazionali, sembra indurre a cercare ancoraggi meno instabili, o quantomeno a interrogarsi ogni tanto sul senso di un tale parapiglia. C’è da chiedersi se lo sgomento sarebbe stato altrettanto repentino (e se saremmo arrivati a questo punto), se non fosse stato logorato in modo sistematico il contatto con la Natura, con noi stessi e con gli altri esseri umani, sempre più disorientati e condizionabili. Ciò ha spalancato insidiose voragini nell’inconscio collettivo, puntualmente riempite, con prontezza sospetta, da ogni sorta di spauracchio.
Comunque sia, qualunque cosa accada sulla Terra, essa continua a ruotare su se stessa. Tutto scorre in modo sempre nuovo nel nostro Pianeta, perfino quando abbiamo l'impressione di essere intrappolati in situazioni senza sbocco; anche quando siamo immobili, la Terra viaggia imperterrita nello Spazio.
Già così manifesta la sua vitalità, che la tiene ben salda, senza alcun trucco, alla rete gravitazionale che la collega all’Universo nonché, probabilmente, ad altri Universi.
Quali creature della Terra, gli umani appartengono per natura a questo campo energetico intelligente. Tuttavia, appena se ne scordano, o la mente cade nell’orbita delle paranoie - personali o collettive - i Terrestri possono sentirsi insopportabilmente isolati e sperduti. Mancare il contatto fondamentale col Pianeta, è un po' come perdere le chiavi di casa. Urge recuperarle, per tornare a sentirci a nostro agio sulla Terra, e muoverci nella vita di ogni giorno con minore ansietà, ispirati nelle scelte materiali necessarie dalla fiducia di essere sostenuti dal Tutto, piuttosto che dal vicolo cieco dell’apprensione.
Per riprendere da qualche parte il filo che ci collega alla corrente universale, in un'epoca in cui il tempo e gli eventi sembrano sfuggire di mano, può essere utile riscoprire il ritmo naturale che sottende i nostri giorni, una sequenza che il nostro corpo fisico conosce del resto visceralmente ed è sempre ben contento di assecondare, perché lo rende salubre. Con un po’ di attenzione e di curiosità, si può notare come attraverso emozioni, sensazioni e percezioni, monitoriamo di continuo l’ambiente circostante. Più osserviamo in profondità, più aumentano le informazioni sensibili a nostra disposizione che, processate a velocità impensabile, ci permettono di agire d’istinto nelle situazioni più diverse con maggiore efficacia, poco sforzo, e magari un pizzico di divertimento!
Piano piano diventa facile riconoscere in anticipo i mutamenti di energia, soprattutto in coincidenza con i passaggi più significativi dell’anno solare. Tali abilità, innate in origine nella Specie Umana, sono per fortuna ancora patrimonio di popoli definiti, spesso con supponenza, “Primitivi”. La profusione di agende e calendari che circolano in prossimità dell'anno nuovo nelle città moderne, non sembra tener conto che i cicli planetari influiscono davvero sui ritmi quotidiani. Anzi, dimenticate in fretta le feste di fine anno, le giornate diventano ben presto un’affannosa rincorsa - spacciata per attivismo - lontana anni luce da ogni ritmo naturale!
Bisogna dire che, al riguardo, gli antichi erano un po’ meno sprovveduti!
Fasi salienti come i Solstizi erano tenute in gran conto. Lo testimoniano in varie parti d’Europa i Cerchi di Pietre e i Megaliti innalzati tra il 4000 e il 2000 a. C., in luoghi di grande energia come New Grange in Irlanda, nell’isola di Gozo a Malta, o a Stonehenge, nel sud dell'Inghilterra, ma anche i Boschi Sacri, un tempo circondati da una ben più intricata ed estesa foresta.
Questi ed altri passaggi rilevanti del ciclo annuale del Sole erano sottolineati con rituali e feste in numerose culture, tra cui la tradizione Celtica: gli Equinozi di Primavera e d’Autunno, ma anche i giorni a metà delle stagioni, appuntamenti durante i quali si dice che il velo tra i mondi si assottigli, rendendoci più permeabili alla conoscenza del Cosmo per accedere a nuove intuizioni e visioni.
Di tali date, celebrate in passato per rinvigorire periodicamente il contatto degli esseri umani con la Natura e l’Universo, alcune sono rimaste sotto altre forme, come ad esempio il 2 febbraio, a metà dell'Inverno, che è diventato nella Liturgia Cristiana il giorno della Candelora. Altri giorni importanti dell’anno sono stati invece dimenticati, oppure stravolti come il Celtico Samhain, il 31 ottobre, la cui
versione attuale ben poco ha a che fare con il rispetto e la sacralità originari.
Il Solstizio d’Estate, che segna il punto di maggiore irradiamento solare, è sottolineato nella tradizione Cristiana dalle celebrazioni di S. Giovanni Battista: l’accorciarsi delle giornate, che ha inizio dal Solstizio in poi, è ricompensato dall’annuncio profetico dell’arrivo di Cristo. Mentre il Natale coincide, con tutta evidenza, con il Solstizio d’Inverno, quando la nascita del Figlio di Dio sulla Terra arriva a rischiarare la lunga notte invernale. Seppure sempre più esteriore, l’abbondare di luci e candele nelle strade e nelle case durante le feste di fine anno nell’Emisfero Settentrionale, rievoca di fatto il ritorno della luce portato dal Natale e l'allungarsi delle giornate. 1)
Nel sapiente intarsio del ciclo del Sole attraverso l’avvicendarsi delle stagioni, si interseca armoniosamente il ciclo mensile della Luna, che influisce su semine, raccolti, maree, e in modo affascinante sui cicli femminili e sulle nascite. A questo stupefacente orologio cosmico, si aggiungono come eventi eccezionali variabili le Eclissi, con il loro magnetismo potente e particolare - a seconda della configurazione astronomica e astrologica del momento - una vera e propria lezione da apprendere, ogni volta diversa.
Le Eclissi non avvengono in modo improvviso e casuale!
Già in tempi remoti venivano previste in anticipo con precisione. Ogni anno, in periodi diversi, si verifica un numero variabile di Eclissi Lunari e Solari. Tali eventi, liquidati al giorno d’oggi sbrigativamente, vengono segnalati dai mezzi di comunicazione al massimo il giorno prima, o il giorno stesso dell’Eclisse. Questo fa sì che, o non se ne sappia nulla, o vi si arrivi impreparati, tutt'al più incuriositi all'idea di vedere l’Eclisse, quando sarebbe invece alquanto interessante "sentirla".
Infatti, conoscendo per tempo gli appuntamenti tra i corpi celesti che più ci sono familiari, le Eclissi possono rivelarsi una grande occasione di crescita, in cui è possibile entrare in contatto con le nostre impronte psichiche ed emotive più profonde. Grazie alla forte tensione che si crea durante un’Eclisse, a volte è possibile calarsi nelle aree più remote della nostra psiche, misurarsi con aspetti personali sconosciuti o considerati inespugnabili, e al tempo stesso allinearsi con il potente movimento degli astri. E’ un’opportunità incredibile di progresso e affrancamento psichico, che può liberare energie bloccate e favorire nuove idee, in direzioni prima impensabili. Se accogliamo e osserviamo con intelligenza e responsabilità le informazioni registrate dai nostri sensori durante un’Eclisse, possiamo sperimentare in modo davvero proficuo l'escursione emotiva e psichica che essa porta con Sé, facendola diventare un momento sacro di conoscenza e dignità cosmica, piuttosto che un confuso annaspare in balìa di emozioni talvolta più intense del consueto.
Se riusciamo ad ascoltare le nostre sensazioni, in particolare nelle due settimane che intercorrono tra un'Eclisse e l'altra (non di rado l'Eclisse di Luna e l'Eclisse di Sole avvengono in successione), non è difficile avvertire l’onda di forza che investe la Terra nella fase culminante dell’Eclisse. Ciascuno può farne l’esperienza, e sarà comunque un'esperienza. Nell’avvicinarsi e allontanarsi con le loro grandi masse, il Sole, la Luna e la Terra creano di fatto un’onda d'urto gigantesca. Se è tanto forte da rendere inquieti gli animali, zittire il vento e il canto degli uccelli, come se la Natura trattenesse il fiato in attesa dell’evento, gli esseri umani possono scegliere di partecipare di propria volontà a questo appuntamento con gli astri per comprenderne la lezione, che ci sospinge oltre i limiti usuali.
Dal momento che le prossime Eclissi sono abbastanza vicine, ne riporto, ad ogni buon conto, le date e gli orari:
- 26 giugno 2010, ore 13.40 (ora legale), ECLISSE PARZIALE LUNARE con Luna Piena in Capricorno;
- 11 luglio 2010, ore 21.30 (ora legale) - dopo due settimane - ECLISSE TOTALE DI SOLE, con Luna Nuova in Cancro.
Il fatto che non saranno visibili dall'Italia, non vuol dire che debbano passare inosservate. Anche solo per curiosità, provate in tale periodo a notare umori, pensieri, sogni, reazioni, vostre e delle persone attorno. Osservate il cielo, il vento, i cambi di luce: verificate di persona, sperimentate. Tanto meglio se, quando si approssima il fulcro centrale di ciascuna Eclisse, vi prendete un po' di tempo per raccogliervi ed eclissarvi a vostra volta, evitando magari di occupare la fase più importante del fenomeno con accese discussioni o conversazioni inutili. Oltre a perdere un’occasione speciale di contatto con voi stessi e l'Universo, trovereste con buona probabilità interlocutori distratti e intrattabili, frastornati dalle energie che li attraversano a loro insaputa.
Per sapere tempestivamente le date delle eclissi, delle stagioni e lunazioni dell’anno, esiste da oltre un secolo una pubblicazione tipicamente vicentina, il "Vero ed autentico Almanacco Meteorognostico”, noto anche come “El Pojana” che le riepiloga mirabilmente in un unico foglio, di antico stampo. Pur essendo caduto un po’ nella dimenticanza con il graduale scomparire dell'agricoltura locale, si trova ancora per fortuna in qualche tabaccheria o nei mercati della provincia, verso la fine dell’anno.
Mio nonno paterno, che negli anni sessanta cercava con lungimiranza di salvaguardare gli avari raccolti sparsi nei piccoli terrazzamenti montani, lo teneva sempre dietro la porta del tinello, in una delle tante contrade disseminate nelle Valli del Pasubio. Allora osservavo questa grande pagina stampata fitta fitta attaccata sulla porta senza capirci niente, pur avvertendone l’autorevolezza. Adesso, anche se non ho occasione di coltivare la terra, mi premuro di procurarmi per tempo l’Almanacco, e lo tengo in evidenza sulla porta della mia camera romana, sopra la quale campeggia lo stesso cielo.
1) Per ulteriori dettagli sulle tradizioni e i simboli di questi e altri momenti di passaggio dell’anno, rinvio al libro di Vicki Noble, "Il Risveglio della Dea", Casa Editrice Corbaccio, 1996, più volte ripubblicato.
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