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mercoledì 20 aprile 2011
L'asparago, ovvero quando c'è un re a tavola
Dr.ssa Loredana Circi - nutrizionista loredana.circi@tiscali.it
Finalmente l’inverno è trascorso, la primavera ha fatto ormai capolino e la terra, quella terra che nel lungo è freddo inverno è sembrata addormentarsi e arrendersi al grande gelo, cede ora i frutti del suo instancabile lavoro.
Tra questi vi è L’ASPARAGO, in tutte le sue varietà.
Il termine Asparago, della pianta Asparagus officinalis, ha origine greche e persiane e significa germoglio. Difatti, essendo la pianta dotata di rizomi, cioè fusti modificati che rimangono sotterranei, ciò che noi mangiamo e vediamo spuntare dal terreno sono i turioni, la parte commestibile , i germogli appunto.
Il turione, nel caso di coltura forzata e selezionata, si presenta di colore bianco, mentre lasciato crescere in pieno campo, a seguito della fotosintesi clorofilliana presenta il classico colore verde.
La storia dell’asparago è pressocchè millenaria, si parla dei suoi consumi in tutta l’area del bacino mediterraneo a partire dagli egizi, gli spagnoli, in Asia Minore 2000 anni fa, mentre i romani già nel 200 a.C. possedevano manuali con minuziosi particolari sul loro
metodo di coltivazione e anche sulla loro preparazione. Citati nei trattati di Teofrasto, Catone, Plinio e Apicio erano molto graditi dagli imperatori che spedivano navi apposite per poterne acquistare in grandi quantità.
Il Veneto è una delle regioni più quotate nella produzione dell’Asparago, pianta che richiede terreni di origine fluviale, corrispondenti all’habitat originario della specie, e clima ventilato, ma senza eccessivi sbalzi di temperatura. Questa situazione ideale avviene nella valle del Brenta, zona produttiva del fiore all’occhiello di Bassano del Grappa e dei comuni territori ad esso limitrofi cioè la varietà dell’ Asparago Bianco di Bassano d.o.c dal 2007, ma anche in altre località, dall’Adige al Piave dove la stagione di raccolta avviene secondo tradizione da San Giuseppe, il 19 marzo, a Sant’Antonio, il 13 giugno.
Aneddoto interessante è la leggenda secondo cui fu proprio Sant’Antonio di Padova a portare nel territorio bassanese gli asparagi per imbonire Ezzelino da Romano.
La produzione veneta si distingue per le varietà a turione bianco, polpose, tenere e croccanti allo stesso tempo.
Oltre che per la sua duttilità in cucina, l’asparago, infatti , viene utilizzato sia in piatti classici della tradizione “ uova e asparagi” sia in abbinamenti più fantasiosi, a questo germoglio si attribuiscono sia numerose proprietà nutrizionali che officinali.
Essendo della stessa famiglia dell'aglio e della cipolla, l'asparago condivide con essi anche alcune proprietà positive (grazie all'effetto diuretico è un coadiuvante contro gotta, calcoli renali, reumatismi e idropisia). In particolare esso ha un ruolo attivo nella diminuzione di casi di eczema. Il consumo di asparagi da parte delle donne in gravidanza riduce sensibilmente la possibilità che il feto sviluppi malformazioni, soprattutto la spina bifida.
La composizione chimica dell'asparago è la seguente:
L'asparagina è uno degli amminoacidi presente in abbondanza, che serve alla fabbricazione di numerose sostanze proteiche, e dunque per la trasformazione dello zucchero
Ricco di rutina che serve a rinforzare le pareti dei capillari
Acido folico è presente in abbondanza
Manganese e vitamina A che hanno un effetto benefico sui legamenti, sui reni e la pelle.
Fosforo e vitamina B che permettono di contrastare l'astenia
Calcio, magnesio,potassio, fosforo,
magnesio.
E’ altresì povero di sodio, carboidrati, grassi, l’acqua rappresenta il 90 %, la parte edibile 52%.
Per le esigue calorie, 25 kcal/100 gr, sono particolarmente indicati nelle diete dimagranti, ma sono anche ricchi di acido urico, per cui è sconsigliato il consumo a coloro che soffrono di cistite, gotta e infiammazioni ai reni.
Gli asparagi hanno la caratteristica di stimolare l'appetito, inoltre, riducendo il ristagno di liquidi nei tessuti grazie alla presenza di purine (che in seguito alla loro scissione originano acido urico), sono indicati per chi vuole eliminare la cellulite; tuttavia bisogna ricordare che lo stimolo diuretico esercitato dagli asparagi può risultare irritante per i reni, tanto che questo ortaggio è in genere sconsigliato a chi soffre di insufficienza renale e di nefrite.
Particolarità:
gli asparagi contengono asparagina o acido aspartico, che conferisce all'urina il tipico odore dovuto alla presenza del metilmercaptano, la comparsa di questo particolare odore pregnante e sgradevole nell'urina, non vi deve preoccupare, anzi, il vostro sistema renale funzione bene!
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