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venerdì 6 agosto 2010
Alimentazione in estate, facciamo il pieno di salute con frutta e verdura
E’ ARRIVATA L’ESTATE: FACCIAMO IL PIENO DI…SALUTE!
(seconda parte)
Dr.ssa Loredana Circi Biologa nutrizionista
loredana.circi@tiscali.it
Caldo, gran caldo, il solleone dell’estate da giorni riflette ed emana tutta la sua energia . Per sopravvivere a questi eventi naturali, dobbiamo modificare le nostre abitudini sia comportamentali ( vestirsi in modo leggero, non uscire nelle ore più calde, non fare attività fisica nel primo pomeriggio, ecc.) sia alimentari, scegliendo alimenti che non contribuiscano ad aumentare la nostra temperatura corporea né a rallentare i processi digestivi.
Continuiamo quindi, con l’appuntamento di agosto, a prestare un po' di attenzione nei confronti di quegli alimenti che, in questi periodi possono esserci d’aiuto.
Altro frutto tipicamente estivo che evoca ricordi delle scampagnate ferragostane è sicuramente l’anguria.
Il cocomero (Cucurbita citrullus, detto anche anguria, dal greco angourion) è una pianta originaria dell'Africa tropicale appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee (parente quindi del melone e delle zucchine viste nel precedente articolo) coltivata già dagli antichi egizi. Dall'Egitto si diffuse poi nel bacino del Mediterraneo e giunse dunque in Italia, attorno al II-III secolo d.C. Attualmente viene coltivato soprattutto in Brasile, Russia, Stati Uniti e Turchia (per un totale di 1,5 milioni di ettari). In Italia la coltivazione del cocomero è diffusa soprattutto in Emilia Romagna. Il frutto di questa pianta può avere forma tondeggiante o allungata,addirittura, per razionalizzare i trasporti, anche forma cubica!, buccia dal verde scuro al verde chiaro, polpa rossa (in alcune varietà è biancastra o rosea) e dimensioni variabili. Le varietà maggiormente coltivate in Italia sono la Sugar Baby e la Crimson Sweet.
Il cocomero ha un'elevata capacità dissetante grazie alla percentuale d'acqua contenuta, la più alta tra i frutti (95,3%, contro il 90,7% delle pesche o l'85% delle mele). Per quanto riguarda il sapore zuccherino, bisogna dire che non dipende dal contenuto in zuccheri, non molto alto, ma dalla presenza di sostanze aromatiche. In effetti, il contenuto in zuccheri dell'anguria va dal 3,7% al 6,4% (nella mela 11-15%, nella pera 9,5-15,5%), l’Indice Glicemico è pari a 75 (inferiore a quello del melone). I cocomeri sono inoltre particolarmente indicati per le diete dimagranti, sia per la capacità saziante, sia per lo scarso apporto calorico circa 28-30 kcal/100 gr di parte edibile senza alcun apporto di grassi
Considerato importante risorsa idrico salina per le popolazioni dell’africa, contiene interessanti quantità di vitamina A, C e potassio
La colorazione rossa dipende dalla presenza dei preziosi Carotenoidi, dalla potente azione antiossidante Attenzione ad evitare il consumo dei semi, perché contengono sostanze con una forte attività purgante. Inoltre le sostanze aromatiche presenti in questo frutto possono risultare poco digeribili nei bambini con meno di tre anni.
Come sempre succede nel mondo naturale, la natura ci propone questo ortaggio nel momento più opportuno : d'estate, quando il caldo richiede al nostro organismo un maggior consumo di liquidi e di minerali che ci aiutino a recuperare energia e forze. Oltre che consumato da solo, il cocomero si presta molto bene a piatti come le insalate estive, in associazione con pomodori, carote, spinaci, cipolle, lattughe e ravanelli.
Se si pensa, poi, che anticamente era solito essere deposto nelle tombe dei faraoni come mezzo di sostentamento per la vita nell’aldilà, si può intuire come il cocomero possa essere considerato quasi un elisir di lunga vita .
Tra i frutti estivi più amati in questa stagione, vi è la pesca (Prunus persica) al punto da rappresentare un quarto dell’intera frutta consumata nella calda stagione. Dissetante e ipocalorica, favorisce l’abbronzatura grazie all’elevato contenuto di vitamina A. L’albero del pesco è originario della Cina, dove viene considerato simbolo di immortalità. Da qui, al seguito delle carovane di mercanti, venne introdotto in Persia e successivamente, grazie ad Alessandro Magno, in tutto il bacino mediterraneo. I Romani conobbero la pesca solo nel I secolo d.C. e, credendola di provenienza persiana, le attribuirono il nome botanico di Prunus persica. Gli antichi Egizi avevano consacrato la pesca ad Arpocrate, dio dell’infanzia e non a caso le guance dei bambini, per la loro morbidezza e carnosità vengono paragonate proprio alla pesca.
Il profumo che emana è ottenuto dalla combinazione di oltre 80 sostanze volatili, dal punto di vista nutrizionale una pesca contiene un’altissima percentuale di acqua (90%), oligoelementi (tra cui ferro e potassio, calcio e zinco), fibre, vitamina C (fornisce il 10% del fabbisogno quotidiano) e provitamina A (fornisce il 50% dell’apporto quotidiano consigliato). La sua polpa succosa aiuta a sopportare meglio la calda stagione in quanto disseta e contribuisce a reintegrare i sali minerali perduti con il sudore e inoltre sembra avere delle grandi proprietà soporifere, utile perciò a chi soffre di insonnia estiva. Nonostante il suo sapore dolcissimo, la pesca non è affatto ipercalorica. Ricca di fibra insolubile, ha un elevato indice di sazietà ed è pertanto indicata come rompidigiuno e per chi vuole restare leggero e in forma. Al riguardo, si consiglia di consumarla lontano dai pasti in quanto richiede una digestione “acida” che, contrastando con carboidrati e latticini, può creare fastidiose fermentazioni intestinali. La pesca è ad ogni modo un frutto di facile digestione e per questo è particolarmente indicata alle donne in gravidanza, a chi soffre di gastriti iposecretive, di insufficienza epatica e di patologie intestinali in cui prevale stipsi e disidratazione.
Le proprietà di questo frutto fanno si che la pesca possa essere utilizzata come spuntino energetico e rinfrescante: elevata presenza di zuccheri con sole 25 calorie per 100 g, e alto contenuto di acqua ,l’indice glicemico varia da 28 a 56; come disintossicante: è leggermente lassativa e diuretica. Ha anche azione vermifuga, per la presenza dell’acido cianidrico ( a tal proposito bere troppo dopo aver mangiato una o più pesche potrebbe causare indigestione: l’acido cianidrico, contenuto in proporzioni infinitesimali nel frutto, è infatti incompatibile con l’acqua) .
E’ Antiossidante, per la presenza di composti fitochimici fenolici, stimola la produzione dei succhi gastrici , regola la pressione arteriosa e il sistema nervoso per l’alto contenuto di manganese e potassio. Protegge da disturbi comuni come insonnia estiva, nervosismo e debolezza.
Protegge occhi e pelle, per la discreta quantità di Beta carotene, che nell’organismo si trasforma in retinolo o vitamina A, rafforza denti e ossa, per il contenuto di fluoro e, non da ultimo, stimola la melanina, favorendo l’abbronzatura e aiutando la pelle a mantenersi giovane e fresca
In cosmesi la pesca viene ampiamente sfruttata: il suo succo è un eccellente tonico per il viso, impiegato anche per attenuare le macchie cutanee; la polpa per le sue proprietà idratanti, esfolianti e sebo-riequilibranti viene utilizzata per la preparazione di creme, maschere, saponi e oli da bagno.
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