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lunedì 2 agosto 2010

La Pop art e la società dei consumi



















La Pop Art e la società dei consumi

La Pop art è un movimento artistico nato intorno agli anni cinquanta negli Stati Uniti e in Gran Bretagna poi estesosi in tutto il mondo occidentale.
Questa corrente nasce dall’incontro tra arte e cultura dei mass-media e matura un linguaggio originale derivante dalla società dei consumi e dalla cultura popolare, utilizzando immagini della pubblicità, fumetti e prodotti del consumo di massa, che spesso diventano i soggetti delle opere di pop art. La pop art ricicla tutto ciò in una pittura che riproduce in modo glaciale ed impersonale le immagini proposte dai mass-media. La cultura popolare non è intesa però come arte del popolo ma, precisamente, come arte di massa prodotta in serie che ci documenta il divenire dell’universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo la «società dell’immagine» odierna. Nel momento dell’esplosione del consumismo la Pop Art rivolge il suo sguardo al mondo esterno utilizzando i prodotti di uso quotidiano consegnandoli al mondo dell’arte. In altre parole, attinge i propri soggetti dall'universo del quotidiano, soprattutto della società americana, facendo leva sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili e quindi possono essere compresi dalla maggior parte delle persone.

Gli artisti Pop Art si ispirano, per la creazione delle loro opere, alla mercificazione dell'uomo moderno condizionato dall'ossessivo martellamento pubblicitario, al consumismo eletto a sistema di vita, al fumetto visto come unico e povero veicolo di comunicazione scritta. Con sfumature diverse, gli artisti riprendono le immagini dei mezzi di comunicazione di massa, del mondo del cinema, dell'intrattenimento e della pubblicità. La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio della pubblicità e risulta dunque perfettamente in sintonia con la società dei consumi che l'ha prodotta. Agli artisti che hanno fatto parte di questo movimento viene riconosciuto il merito di aver introdotto nella loro produzione l'uso di strumenti e mezzi non tradizionali della pittura, come il collage, la fotografia, il cinema, il video.

L’esponente più rappresentativo della pop art è senza dubbio Andy Warhol (1930-1987) . Egli si rifiutava di avvicinarsi a qualsiasi esperienza artistica maturata in Europa e considerava la storia dell’arte inutile. L’arte di Warhol si muove unicamente dall’osservazione delle immagini prodotte dalla cultura di massa americana. La sua arte prende spunto dal cinema, dai fumetti, dalla pubblicità, senza alcuna scelta estetica, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. La sua intera opera e costellata dalle immagini-simbolo della cultura di massa americana: il volto di Marilyn Monroe, le inconfondibili bottigliette di Coca Cola, il simbolo del
dollaro,i detersivi in scatola, e così via.

Nelle sue opere non domina la scelta estetica, ma neppure l’ intenzione di polemizzare nei confronti della società di massa: unicamente esse ci danno un’immagine fotografica del mondo consumista.
Il più grosso pregio della pop art è stato quello di documentare, senza la preoccupazione di sporcarsi le mani con la cultura popolare, i cambiamenti di valori indotti nella società dal consumismo. Quei cambiamenti che consistono in una preferenza per valori legati al consumo di beni materiali e alla proiezione degli ideali comuni sui valori dell’immagine, intesa in questo caso soprattutto come apparenza. E in ciò testimoniano dei nuovi idoli o miti in cui le masse popolari tendono ad identificarsi. Miti ovviamente creati dalla pubblicità e dai mass-media che proiettano sulle masse sempre più bisogni indotti, e non primari, per trasformarli in consumatori sempre più avidi di beni materiali. La ripetizione ossessiva dell’immagine di una bottiglia di Coca Cola ci testimonia come quell’oggetto, predomini, rispetto ad altri valori interiori o spirituali, conducendoci a un tipo di esistenza che i mass media propagandano come vincente nella società contemporanea.

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